L’organizzazione degli interventi del “Corpo dei Civici Pompieri” di Perugia

Al suo primo formarsi, nel 1871, il Corpo di Perugia era composto di 25 unità di cui 18 “Pompieri effettivi” e 7 “Guardie Municipali Pompieri”. I Pompieri effettivi, un po’ come i Vigili dei Distaccamenti Volontari dei giorni d’oggi, non effettuavano turni di guardia in caserma bensì svolgevano i loro abituali mestieri e vivevano nelle proprie abitazioni. I loro indirizzi (sia delle abitazioni che dei luoghi dove svolgevano i loro mestieri) erano riportati in un elenco posto nel Corpo di Guardia e nell’Arsenale (come veniva allora chiamata la caserma) siti al centro della città.

Le Guardie Municipali Pompieri, invece, erano obbligate a essere presenti di giorno all’interno della cerchia urbana (dove prestavano il loro servizio) e di notte, a turno, presso il Corpo di Guardia sito, come ancor oggi, nel Palazzo dei Priori.

Non esistendo all’epoca né telefoni né altri mezzi di comunicazioni rapide per il servizio di allarme ci si avvaleva, di notte, anche delle Guardie Daziarie. Le porte daziarie erano complessivamente 11 (S.Pietro, S.Croce, Sole, S.Angelo, Conca, Bulagaio, S.Margherita, Eburnea, Elce, S.Susanna, S.Antonio) integrate da 2 Casotti (Carmine e Fontenovo).

Quindi, se il sinistro avveniva entro la cerchia delle mura o, di giorno, anche fuori di tale cerchia, chi voleva segnalarlo si doveva rivolgere direttamente alle Guardie Municipali che, come detto, prestavano servizio di giorno praticamente nei pressi del Palazzo Comunale (si consideri che all’epoca il centro cittadino all’interno delle mura era di dimensioni enormemente limitate) e di notte presso il Corpo di Guardia dello stesso palazzo.

Se, invece, il sinistro avveniva di notte fuori della cerchia delle mura in una delle varie frazioni di Perugia, chi voleva segnalarlo, trovando le porte daziarie chiuse, faceva la propria segnalazione ad una Guardia Daziaria la quale si avviava rapidamente verso il Corpo di Guardia per trasmettere l’allarme alle Guardie Municipali Pompieri presso il Corpo di Guardia. La stessa Guardia Daziaria andando verso il centro provvedeva ad avvertire i Pompieri Effettivi i cui indirizzi si trovavano lungo il percorso (infatti anche le Guardie Daziarie conoscevano gli indirizzi dei Pompieri).

Le Guardie Municipali provvedevano ad avvertire il Comandante il quale, valutata per quanto possibile l’entità dell’intervento, decideva se detto intervento dovesse essere eseguito dalle Guardie Municipali Pompieri e da quei Pompieri Effettivi avvertiti dalla Guardia Daziaria – e che nel frattempo si erano radunati presso l’Arsenale – o se dovessero intervenire anche altri Pompieri i cui indirizzi erano fuori del percorso della Guardia Daziaria allarmante e che, quindi, non erano stati ancora avvertiti. Il compito di avvertire gli altri Pompieri era affidato alle Guardie Municipali.

Allorchè tutto il personale necessario era radunato presso l’Arsenale, il Comandante dava l’ordine di partenza. Se l’intervento doveva essere effettuato al di fuori del territorio comunale in aiuto a qualche altra città, la partenza doveva, però, essere autorizzata dal Sindaco.

Certo, abituati ai diversi e rapidissimi mezzi di comunicazione dei giorni d’oggi, verrebbe quasi da sorridere di fronte ad un sistema così macchinoso e lento ma, se pensiamo che si era alla fine dell’800, dobbiamo invece rendere onore a quegli uomini che, di fronte ad una tecnologia che poco o niente loro offriva, avevano organizzato il massimo che era loro possibile a quei tempi anche se ciò significava affrontare grandissime difficoltà.

Teniamo presente che le strade del centro abitato di Perugia erano tutte in salita e quindi già, per prima cosa, possiamo immaginare il notevole impegno fisico che veniva richiesto alle Guardie Daziarie ed ai Pompieri per raggiungere in tempi brevi l’Arsenale che si trovava in uno dei punti più alti della città.

Ma non basta! Quando si sviluppavano incendi nell’ambito della città poiché, nei primi tempi, i Pompieri non avevano in dotazione dei cavalli (ma avrebbero dovuto chiederli in prestito alla “Società dell’Omnibus”) accadeva che, per guadagnar tempo, il carro pompa veniva trainato a mano dagli stessi Pompieri che, in tal modo, dovevano sostenere un ulteriore grande sforzo fisico già prima di iniziare il pesante lavoro di spegnimento (basta pensare che la pompa era azionata a forza di braccia!).

Quando, poi, dopo qualche tempo i Pompieri poterono avere la possibilità di utilizzare dei cavalli di proprietà del comune sorsero altre difficoltà legate al fatto che le stalle dove si trovavano tali cavalli erano distanti dall’Arsenale e quindi il loro utilizzo comportava un’ulteriore perdita di tempo.

Ma quali erano allora i tempi di risposta di questo sistema? Dai rapporti di intervento si è potuto accertare che, per interventi nell’ambito della città, tra l’allarme e la partenza del carro (chiamato “treno da città”) dall’Arsenale intercorreva in media un tempo intorno ai 15 ÷ 20 minuti. Ovviamente, detto intervallo diventava notevolmente più lungo (intorno ai 30 ÷ 40 minuti) quando gli interventi si effettuavano fuori dalla cerchia delle mura ed occorreva, quindi, perdere ulteriore tempo per attendere l’arrivo dei cavalli ed il loro aggiogamento al carro (chiamato, in questo caso, “treno da campagna”).

Come si vede i tempi erano piuttosto lunghi se rapportati a quelli che abbiamo oggi ma, a quei tempi, rappresentavano una notevole velocità di risposta e, quindi, di efficienza del sistema. Tanto più che tali tempi diventano poi quasi insignificanti se confrontati con quelli lunghissimi con cui giungeva ai Pompieri la segnalazione del sinistro dal momento del suo verificarsi. Sono stati documentati dei casi in cui la segnalazione del sinistro (accaduto in comuni limitrofi) avvenne dopo diverse ore dal fatto perché trasmessa con un messaggero a piedi o, anche, a mezzo telegramma!

 

(testo e immagini liberamente estratti dalla pubblicazione edita nell’anno 1971 dal Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Perugia in occasione del centenario dell’istituzione del Corpo dei Pompieri di Perugia)