La “Compagnia dei Pompieri” di Foligno

Sin dal 1300 il compito di spegnere gli incendi (ed anche di intervenire in altri sinistri) era affidato alle cosiddette “Guardie del Fuoco” che altro non erano che gruppi di artigiani individuati nei diversi quartieri i quali erano obbligati dal Comune ad intervenire per primi al momento in cui si verificava l’evento calamitoso. Una precettazione in piena regola compensata da premi e gratifiche non proprio lauti. Il coordinamento della squadra era affidato ad un “architetto” che dirigeva le operazioni e decideva se far intervenire o no squadre di altri rioni o quartieri. L’allarme, ovviamente, non poteva essere dato se non dal suono a distesa delle campane della chiesa più vicina al luogo del sinistro.

I miseri compensi (che, peraltro, incidevano notevolmente sulle casse del Comune, considerato l’elevato numero di incendi che si verificavano) provocarono con l’andar del tempo una serie di proteste che rimanevano sempre inascoltate, anzi, nel 1850 il Governatore riteneva opportuno precisare che “in tutte le circostanze di pubblici infortuni, muratori, impiegati e la Pubblica Forza erano obbligati ad accorrere ed a prestare l’opera in vantaggio del pubblico senza pretesa di pagamento”. Al che, ovviamente, fu replicato dall’opposta parte, che gli incendi non erano eventi incontrollabili o punizioni divine e, quindi, potevano essere combattuti in modo professionistico con uomini e mezzi adatti.

Finalmente, nella seduta del Consiglio Comunale di Foligno del 17 agosto 1862 venne posta all’ordine del giorno la proposta di “provvidenze per l’istituzione di un servizio gratuito di Pompieri e stanziamento di relativo fondo per l’acquisto degli opportuni attrezzi”. L’Assessore, Dr. Alessandro Remoli, facente funzioni di Sindaco Presidente, dopo aver fatto rilevare la frequenza degli incendi che provocavano “…aggravio puranco della Cassa Comunale per la spesa di qualificazioni agli accorrenti ed altro…” proponeva di “…scegliere fra i Militi della Guardia Nazionale dodici individui adatti ed onesti, i quali istruendosi nel maneggio della Pompa, dovessero accorrere ad ogni primo cenno d’incendio, destinandogli un Capo-istruttore e direttore dei lavori”. E per far rilevare la convenienza dal punto di vista economico aggiungeva che il servizio era praticamente “…gratuito, concambiandosi con quello della Guardia Nazionale, ma però da remunerarsi annualmente”. In altre parole, prendendo già questi signori lo stipendio della Guardia Nazionale, essi non sarebbero venuti a costare nulla (salvo i premi annuali) e si sarebbero risparmiati i gravosi compensi che venivano erogati agli artigiani “precettati” che fino ad allora erano stati impiegati per quel servizio.

Dopo ampia discussione i presenti, all’unanimità, approvarono la proposta con la sola clausola di stanziare il fondo occorrente per l’acquisto degli utensili nel bilancio del successivo anno 1863 nominando subito, inoltre, una Commissione di tre Consiglieri per redigere un apposito Regolamento “…con la base delle spese che potranno occorrere…”.

A conferma del fatto che l’istituzione della Compagnia era ispirata essenzialmente a motivi economici più che a necessità di miglioramento dei servizi, il Comune subito dopo stabilì anche che l’opera dei Pompieri non fosse gratuita e pertanto coloro che a causa di un incendio avessero avuto bisogno dell’intervento di spegnimento avrebbero dovuto rimborsare le spese per i compensi ai Pompieri. Naturalmente ciò sollevò molte proteste da parte di tanti ma, come spesso succede anche nei tempi attuali, il Comune fece “orecchie da mercante” e mantenne quanto deliberato.

Nacque, così, ufficialmente la “Compagnia dei Pompieri” della città di Foligno che operò brillantemente ed efficacemente nonostante le ristrettezze economiche ed i miseri compensi.

Non abbiamo potuto reperire notizie sull’entità precisa delle paghe e dei premi percepiti dai Pompieri ma si sa per certo che essi erano (come anche nelle altre città…) assai poco remunerativi rispetto al grande e pericoloso impegno loro richiesto. A ciò, però, fa da contraltare il fatto che era pur sempre un lavoro continuativo in un epoca in cui ciò costituiva un vero e proprio privilegio.

La “Compagnia dei Pompieri” operò, così organizzata fino al 1912, anno in cui venne aggregata al Servizio di Pubblica assistenza “Croce Bianca”.

 

(testo liberamente estratto dal libro “Angeli con l’elmetto – I Vigili del Fuoco di Foligno” di Aldo Mencarelli e Gilberto Scalabrini stampato nel giugno 2003 a cura delle Edizioni PromoEdit di Foligno)